Handbike: per pedalare, sempre e comunque

“I migliori prodotti nascono dalle esigenze di coloro che li usano”, Davide
Stasolla, tetraplegico dal 1996 a causa di un incidente d’auto, decide
di cambiare vita e da autotrasportatore comincia a progettare e costruire
dispositivi “a misura di disabile”. Tiboda Handbike è uno dei suoi prototipi.
Tutto quello che c’è da sapere su questo tipo di biciclette.

 

Non è poi così raro incontrare delle persone stese sulla strada su una bicicletta piuttosto particolare, con due ruote dietro, una davanti e una bandierina che sventola in alto per avvisarci della loro presenza. Magari, su quella bicicletta particolare, si trova intenta nel proprio allenamento la nostra testimonial UNASCAbile Francesca Fenocchio, campionessa paralimpica di handbike. Già, si chiamano proprio così queste biciclette modificate: handbike. Infatti, i componenti che la caratterizzano sono molto simili a quelli delle biciclette e permettono alle persone che hanno subito degli incidenti, oppure soffrono di una malattia, di salire in “sella” anche senza gli arti inferiori e di utilizzarla come mezzo di trasporto. L’handbike si è sviluppata negli anni e il suo uso è sempre più frequente. L’evoluzione delle “bike” è legata anche alle necessità specifiche delle persone. Davide Stasolla, per esempio, che dal 1996 è tetraplegico a causa di un incidente d’auto, ha progettato e realizzato nel 2014 una bicicletta con pedalata assistita denominata “Tiboda Handbike”. Prima dell’incidente Stasolla era un autotrasportatore, poi la sua vita è cambiata, si è dedicato agli studi di elettrotecnica ed informatica, laureandosi nel 2004 e realizzando quindi “soluzioni a misura di disabile”. In un’intervista Stasolla ha detto: “Ogni anno, oltre 500 mila persone in più, conoscono la disabilità nel cammino della loro vita, la maggior parte conduce una vita priva di stimoli tra le mura della propria casa, ed uno dei motivi principali, è la difficoltà di mobilità”.

Lo sport, e tra questi l’handbike, permettono una qualità della vita migliore alla ricerca di socializzazione ed integrazione, a volte stimoli determinanti per ripartire. Penso che tutti possano associare queste caratteristiche ad uno degli handbiker più noti a livello mondiale: il grandioso Alex Zanardi.  Ma, se sulla carta sembra tutto facile, nella realtà le cose non stanno proprio così. Uno degli ostacoli che incontrano spesso queste persone, riguarda una mancanza di chiarezza da parte degli organi di controllo rispetto alla circolazione delle handbike.

Interessante, a tal proposito, un e-book gratuito dal titolo “Il codice della strada e le bici”, scaricabile dal sito www.bikeitalia.it. Alcuni atleti, nel corso dei loro allenamenti, si vedevano contestato, da parte delle forze dell’ordine, l’utilizzo dell’hanbike su strada in quanto ritengono si tratti di un mezzo non codificato dal Codice della Strada.

La problematica è stata evidenziata dalla Federazione Ciclistica Italiana al Ministero dell’Interno, il quale, dopo aver interpellato quello dei Trasporti, ha emanato una circolare, la Prot. n.300/A del 27 dicembre 2017 che equipara le handbike alle biciclette e quindi ne consente l’uso sulle strade. Sulla disposizione troviamo scritto: “queste macchine, che sono mosse a propulsione muscolare, non possono essere qualificate, in nessun caso, come ausili medici destinati all’uso esclusivo degli invalidi ai sensi dell’art. 46 CDS ma, se non superano le dimensioni ed i limiti di massa previsti dall’art. 50 CDS, devono essere qualificate come velocipedi.

Un’importante chiarimento per uno sport che è sempre più diffuso e che permetterà agli atleti di circolare senza temere sanzioni.

Possiamo scherzosamente concludere dicendo: hai voluto la bicicletta e allora pedala!

In bocca al lupo a tutti gli atleti.

Francesco OsquinoHandbike bicicletta?